Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma (1999)

Written by tmdb11092951 on January 4, 2016

Pochi film come Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma nella storia del cinema hanno dovuto affrontare una missione altrettanto impossibile in termini di soddisfazione dello spettatore. Arrivare dopo 16 anni di silenzio (l'ultimo film uscito della saga di Guerre stellari risaliva al 1983) e cercare di essere all'altezza di una trilogia adorata da una fetta consistente della popolazione del globo è un compito improbo persino per lo stesso creatore della saga. George Lucas lo affronta a viso aperto, incurante delle inevitabili critiche, in ogni caso inferiori a quelle copiose (e meritate) per aver rivisitato la trilogia originale, aggiungendovi ossimorici inserti digitali. La computer graphics sfoggiata in Episodio I corrisponde al massimo sforzo tecnologico possibile a cavallo dei due millenni e permette di trasformare i nuovi scenari immaginati da Lucas in mondi incantati di grande fascino. Lo spirito del meraviglioso, tra Meliès e il Barone di Münchausen, guida Lucas al punto di allontanarlo sempre più dallo spirito della trilogia originaria, pessimista e "sporca" dove la nuova creazione è asettica e rasserenante. La stranezza di utilizzare effetti speciali molto più avanzati per raccontare una storia ambientata in un'epoca antecedente non influisce sull'intento di Lucas, interessato solo a realizzare quel che ha sempre avuto in mente, senza più limiti di budget e tecnologia. Così facendo, però, il regista dimentica come la presenza di quei limiti stimolasse forzatamente la creatività, obbligasse, forse, ad approfondire una trama che in questo capitolo sembra troppo spesso procedere con il pilota automatico. In Episodio I lo stupore lascia spazio alla complicità del fan saccente, e questo è solo in parte dovuto alla natura di prequel dell'opera, visto che abbondano nuovi personaggi e sottotrame. Ma i primi non si avvicinano lontanamente alla statura degli eroi degli altri episodi, mentre le seconde espandono la cosmogonia senza andare oltre il mero accumulo di informazioni marginali nel complesso della saga. Qui-gon, maestro di Obi-wan Kenobi, non si discosta dall'idea stereotipata di cavaliere Jedi, e Jar Jar Binks, la bizzarra creatura che parla in esperanto e dovrebbe costituire il lato comico della vicenda, spicca principalmente per la sua inutilità e assenza di empatia presso grandi e piccini (nel giro di breve tempo Jar Jar diverrà il personaggio più detestato della saga). George Lucas sceglie evidentemente di rimandare la componente sostanziale della vicenda agli episodi successivi, utilizzando Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma per sfoggiare una tecnologia avanzata, introdurre il pubblico a una nuova trilogia e correre veloce sulle ali dell'entusiasmo per la riapertura di una saga, che pareva chiusa per sempre e destinata a sopravvivere solo nei ricordi (e nelle continue re-visioni). Solo una sequenza spicca e si lascia ricordare a lungo: la corsa degli "sgusci", un chiaro omaggio alla corsa delle bighe di Ben Hur ricca di strizzate d'occhio alla contemporaneità - la telecronaca - e al prosieguo della saga - la presenza di Jabba The Hutt - , con protagonista il piccolo Anakin, condannato al triste e inesorabile destino di diventare Darth Vader. Troppo poco per un ambizioso blockbuster di fantascienza, molto meno per un film che si fregia del marchio immortale di Star Wars.